LUMINI NEL BUIO -Ribolla: anni '30 e dintorni-

 
 

I TROPPOLI

 

  

L’armatore misurava l’altezza delle “gambe” e la lunghezza dei “cappelli”, segava i tronchi a misura, e posizionava il “quadro”. I tronchetti che avanzavano (da tutti conosciuti come troppoli), ormai inutili per la miniera, al termine della gita finivano nascosti, in gran parte, nel tascapane dei minatori. Era proibito portarsi a casa il troppoletto. Meglio, quasi proibito. Anzi, a dire il vero, era quasi permesso. Cadendo sotto le grinfie di qualche guardia impicciona, e per di più con la luna di traverso, si poteva rischiare, nel peggiore dei casi, una multa. Visto quanto costava la legna, il gioco valeva la candela. A fine gita era normale vedere minatori che rientravano tranquillamente dal lavoro col troppoletto penzolante su un fianco, portato a tracolla con una sottile corda di canapa.

Mio nonno, che stava alle Centurie, prima di rientrare a casa dal lavoro si fermava al suo baracchino, apriva la porta, e buttava il nuovo troppoletto sul mucchio di quelli che, già lì da qualche giorno, aspettavano ancora di essere lavorati d’accetta. Una bella catasta di legna, già ridotta nelle giuste dimensioni e ordinata a ridosso della parete, esorcizzava la paura del freddo promettendo tiepide serate invernali.

Lo “stradello dei baracchini” era la scorciatoia che dall’officina elettrica portava alle Centurie. Si chiamava così perché alcuni minatori, abitanti da quelle parti, vi avevano tirato su, con quattro tavole, delle capanne (i baracchini, appunto) che servivano da ricovero per attrezzi e, soprattutto, per furtivi troppoletti d’origine…mineraria. Capitava spesso di vedere qualcuno di questi minatori mentre, armato di mazza, zeppa e accetta, menava colpi forsennati su quei poveri pezzi di legno. Un altro lavoro, faticoso quasi come quello in miniera, ma alla luce del sole.

Benchè lo stradello fosse piuttosto frequentato (ci passavano spesso anche le guardie), tutto vi si svolgeva senza che trapelasse il pur minimo segno d’inquietudine. L’unica preoccupazione era di sistemare quei troppoli nel baracchino, in modo da farcene stare il più possibile. Essi stessi, quei benedetti troppoli, aspettavano solo di fare il loro dovere nelle case. Bruciavano così bene, nei focarili e nelle stufe!

 

 Vilmo Radi

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