BIANCIARDI AROLDO

Dichiaro che il giorno 15 luglio 1953, mentre ero intento ai lavori di irrorazione di acqua al fuoco generatosi lungo il calo della compagnia 31 (livello 265) del pozzo Camorra, fui colpito insieme al mio compagno di lavoro Giovanni Pallini da una violenta esplosione di natura a me sconosciuta che mi obbligava a rimanere ricoverato per circa 18 giorni presso l'ospedale di Massa Marittima.
La convalescenza si è protratta per circa un mese.
Dichiaro inoltre che, dopo l'avvenuta esplosione, il cantiere sopra nominato fu chiuso con tappi a tavola ed argilla e, salvo un tentativo di ripresa effettuato verso la fine di dicembre 1953, restava chiuso fino al giorno 3 maggio 1954.
L'apertura venne effettuata il giorno 3 maggio 1954 dal I al II turno. Entrato in miniera nel III turno dello stesso giorno, fui comandato dal mio caposquadra Augusto Semprini di procedere all'opera di spegnimento del fuoco, che frattanto si era nuovamente sviluppato, mediante getti d'acqua. Il fuoco era da noi localizzato in prossimità della stanza argano della compagnia 31.
Dichiaro inoltre che il tappo aveva subito una parziale demolizione, tanto è vero che per passarlo dovetti chinarmi notevolmente.
Procedetti per oltre due ore nella irrorazione di acqua a partire dalle 4,30 del mattino, dopodiché, essendo terminato il mio turno di lavoro, mi apprestai a lasciare il cantiere che dimostrava una diminuita attività di combustione, ma ciò nonostante fumava ancora abbondantemente
. Appena fuori della miniera e trovati i miei compagni di lavoro che mi avvicendavano, li posi al corrente di come avevo lasciato il lavoro.
Consapevole di quanto sopra detto. In fede.
Ribolla 5-5.1954"

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