La miniera anno per anno

 
     

 



1892

Miniere di Tatti e Montemassi (comune di Gavorrano, provincia di Grosseto)

Nella vecchia miniera di Tatti, o Casteani, si continuò a produrre la piccola quantità di lignite con cui la miniera, da molti anni, soddisfa ai bisogni locali.
Nella nuova miniera di Montemassi si hanno due fatti importanti da segnalare, per il 1892, cioè l'apertura della linea ferroviaria che dalla miniera va alla stazione di Giuncarico (Pisa – Grosseto) e l'inizio degli abbattimenti.
La nuova ferrovia è a scartamento ordinario e misura 8 chilometri; essa si diparte dai piazzali della miniera, e per la aperta valla della Bruna va alla stazione di Giuncarico. La Società possiede due locomotive e non ebbe ad acquistare vagoni, poiché sono quelli stessi della Società Mediterranea che vengono condotti fino alla miniera.
A Montemassi, negli ultimi giorni dell'anno, si attivarono i primi cantieri di abbattimento.
Questa miniera, quantunque scoperta da molti anni, non aveva fin qui proceduto che a gallerie di ricerca e di tracciamento. Venne lasciata finora intatta perché per il consumo locale era sufficiente la produzione della limitrofa miniera di Tatti.
Per l'abbattimento si volle aspettare di avere un facile mezzo di trasporto onde potere trasportare la lignite a basso prezzo a grandi distanze, dove solo avrebbe trovato smercio una maggiore produzione.
I lavori di tracciamento erano stati specialmente sviluppati alla profondità di 70 metri dove erasi primieramente stabilito
di cominciare gli abbattimenti.
Più tardi si decise di coltivare per franamenti, perché a motivo della grande pendenza che in molti punti presenta il bacino lignitifero, v'era motivo a credere ch'esso, nonostante i riempimenti, avrebbe sofferto dislocazioni qualora si iniziassero gli abbattimenti dal basso; in conseguenza si dovettero sviluppare gallerie di tracciamento agli affioramenti e fu verso la fine dell'anno che preparati i tracciamenti, si iniziò sugli affioramenti un primo cantiere che si presentava irregolare come lo è l'andamento degli affioramenti stessi.
Il banco, presentandosi pressoché verticale, l'abbattimento si farà per fette orizzontali successive di 3 metri, e per franamento.
Perciò si tracceranno tante gallerie dirette, a metà banco, poste tre metri una sopra l'altra, comunicanti fra di loro per mezzo di una discenderia che serva per la discesa della lignite fino al primo livello posto a 35 metri di profondità.
In seguito, cominciando da circa 100 metri, sia dall'una che dall'altra parte di detta discenderia, oppure da una delle rotture di cui è frequentemente affetto il banco, si abbatterà ogni singola fetta, battendo in ritirata verso la discenderia stessa.
A questo intento si scaveranno, a partire dalla galleria diretta succitata, tanto verso il tetto come verso il muro, tanti massicci larghi 4 metri che raggiungano rispettivamente da una parte il letto e dall'altra il tetto del banco.
Si armerà il vuoto che si formerà, in modo che risultino camere alte 3 metri, larghe 4 e lunghe circa 3 metri e mezzo.
Quando tutta la lignite di una camera sarà stata estratta, si toglierà il maggior numero possibile di sostegni, si deporranno in basso tavole di legno di scarto per facilitare il sostegno delle frane quando si abbatteranno le camere inferiori, si farà franare il tetto avendo però la precauzione di lasciare in posto tutta una fila di puntelli che ad un tempo valga a trattenere le frane cadute e lasci fra esse e il massiccio successivo da abbattere un piccolo andito onde iniziare lo scavo della camera successiva.
Questo è il metodo di abbattimento scelto per le parti di banco pressoché verticali; nei tratti che il banco ha un'inclinazione di 40 o 45 gradi, il metodo dovrà essere di molto modificato; esso però non verrà applicato che quando la produzione aumenterà e dovrassi iniziare l'abbattimento della parte più ad ovest del giacimento, molto più pianeggiante che non la parte orientale.
I lavori di abbattimento procederanno lentamente, proporzionalmente cioè all'incremento che prenderà il consumo.
Il banco che si coltiva a Montemassi è migliore di quello di Tatti suddetto, sia per qualità di lignite, come per potenza di strato (6 metri); ciò che fa sperare un aumento nella produzione di questa miniera in breve spazio di tempo.
Il continuo ribasso del prezzo dei carboni che nel 1892 arrivò a prezzi creduti anni addietro impossibili per l'Italia, fu di ostacolo al rapido consumo di questa lignite.
La Società di Piombino ridusse intanto i prezzi, fece eseguire prove sulle ferrovie, tramways e per la distillazione della lignite e così va sensibilmente allargando la clientela dei suoi consumatori.


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