La miniera anno per anno

 
     

1925

Miniera di Ribolla.

Esercitata dalla Società Anonima Montecatini.
È situata nella valle della Bruna, 15 Km a SE di Massa Marittima, in una vasta formazione miocenica lacustre conosciuta sotto il nome di bacino della Bruna.
In questa formazione si hanno anche le miniere Casteani, Casteani – Nord, Poggio alla Foglia, nonché varie ricerche, le quali corrispondono tutte ad altrettante aree lignitifere staccate.
La miniera di Ribolla è dotata di un banco principale di lignite nera, brillante, a frattura concoide, del potere calorifico di 5000 calorie; tale banco ha una potenza che oscilla fra i 5 e gli 8 metri, affiora (oppure la testata a piccola profondità) per una lunghezza di circa 1500 m secondo la direzione da Est verso Ovest e si estende per circa 250 metri verso Sud con pendenza compresa fra 25 e 30 gradi; poi il banco cambia andatura e pende verso Est.
La miniera è in coltivazione fin dal 1899.
Essa si può considerare attualmente divisa in tre sezioni principali: sezione Nord, sezione Sud e sezione Collacchia.
Nella sezione Nord si hanno tre pozzi di estrazione i quali presentano una profondità variabile da 80 a 98 m, cinque gallerie di carreggio principali situate fra le quote +19 e -46 m rispetto al livello del mare; nella sezione Sud si hanno due pozzi di estrazione i quali presentano una profondità compresa fra 150 e 200 m e sette gallerie principali di carreggio situate fra le quote -54 e -156 rispetto al livello del mare; nella sezione Collacchia si hanno un pozzo di estrazione profondo 56 m ed una galleria di carreggio situata a quota +10 rispetto al livello del mare.
Tutti i pozzi di estrazione sono dotati di argani elettrici a motore trifase della potenza compresa fra 20 HP e 35 HP; la tensione di alimentazione dei vari motori elettrici è di 150 volt.
Due dei pozzi di estrazione sono muniti ciascuno di due gabbie, gli altri sono muniti di una sola gabbia e di contrappeso.

I metodi di coltivazione adoperati per lo sfruttamento del giacimento sono i seguenti: metodo per tagli orizzontali discendenti, metodo per tagli inclinati secondo lo strato e discendenti, metodo per tagli verticali.
Il metodo per tagli orizzontali discendenti consiste nell'abbattimento di fette orizzontali di lignite, aventi ciascuna una larghezza uguale a quella della sezione orizzontale del banco; una lunghezza in direzione di 21 m, ed un'altezza di 2 m.
Queste fette vengono abbattute per mezzo dello scavo di una serie di successive gallerie a contatto una dall'altra, e di cui ognuna viene riempita o viene fatta franare prima di passare allo scavo nella galleria contigua.
Si ricorre alla ripiena con materiale trasportato quando il tetto è molto inclinato, duro e bituminoso; si ricorre invece al franamento quando il tetto è argilloso e pianeggiante.

Nel metodo per tagli inclinati discendenti si comincia con l'abbattere una fetta superiore dell'altezza di m 2,50; tale abbattimento viene effettuato per attacco frontale montante, e la lunghezza della fronte di attacco (che non è altro che la larghezza della fetta) suol essere di 8 o 10 m.
A breve distanza dalla fronte di attacco si fa seguire la ripiena, e poscia si passa all'abbattimento della fetta immediatamente inferiore.

Il metodo per tagli verticali consiste nell'abbattere la lignite per fette verticali disposte normalmente alla direzione del banco; ognuna di tali fette presenta un'altezza di 10 o 12 m, una larghezza di 2,20 m ed una lunghezza eguale allo spessore che il banco stesso presenta secondo un piano orizzontale.
Ciascuna di queste fette viene coltivata partendo dal basso con una galleria trasversale la quale, poi, viene innalzata mediante successive passate e viene riempita sempre al suolo con materiale portato dall'esterno; in tal modo ciascuna fetta viene abbattuta in ordine ascendente partendo dal basso e procedendo verso l'alto.
Terminata la coltivazione di una fetta si passa alla coltivazione della fetta contigua seguendo sempre lo stesso sistema.
Per ottenere una produzione giornaliera sufficiente, si attaccano contemporaneamente, allo stesso livello, diverse fette, alla distanza di 10 o 12 , una dall'altra; così facendo, ogni cinque fette viene ad aversi una ultima fetta, di lignite in posto, compresa fra due pareti di ripiena.
L'abbattimento della lignite viene effettuato, in generale, a mezzo di piccone ed a mezzo di cunei; nella sezione Nord si ricorre anche alla dinamite.
Tranne che in alcuni cantieri della sezione Nord, dove la ventilazione è naturale, in tutti gli altri cantieri si ha una ventilazione artificiale.
A tale scopo sono installati un ventilatore aspirante centrifugo, nella sezione Nord, il quale è azionato da un motore elettrico della potenza della potenza di 25 HP ed aspira circa 5,5 mc di aria al secondo, altri due ventilatori identici al precedente nella sezione Sud, ed un quarto ventilatore da 15 HP nella sezione Collacchia.
Per la eduzione delle acque sotterranee si hanno pompe centrifughe azionate da motori elettrici; in generale, alla base di ogni pozzo, è installata una di queste pompe.
Il piazzale della miniera è raccordato, mediante binario a scartamento normale lungo 8 Km, colla stazione di Giuncarico della linea litoranea Livorno – Grosseto.
Durante l'anno 1925 si dovettero superare gravi difficoltà, causate da incendi sotterranei.
Nella sezione Nord, ove il banco è molto inclinato e ove presenta un tetto calcareo bituminoso, essendosi applicato il metodo di coltivazione per tagli discendenti, con franamento, si verificarono delle frane incomplete e , conseguentemente, si verificarono degli incendi in vaste zone comprese fra le quote -12 e -35 m rispetto al livello del mare.
Questi incendi minacciavano di interrompere le vie di transito sotterranee, e ciò rese necessaria la chiusura dei cantieri incendiati.
Nello stesso tempo altri incendi, più o meno latenti, si svilupparono in altre zone della medesima sezione Nord e nelle altre sezioni.
I bisogni della produzione spingevano ad aprire nuovi cantieri disseminati ed isolati; ma il conseguente frazionamento della ventilazione, attraverso circuiti diversi attivati da ventilatori interni, non era esente da pericoli.
In seguito, anche, a prescrizione dell'Ufficio, nel febbraio 1925 venne completamente sospesa ogni lavorazione in parte dei sotterranei; venne iniziata una vasta sistemazione di quei sotterranei non ancora invasi dagli incendi, e venne studiato ed applicato un nuovo metodo di coltivazione per tagli verticali sopra descritti.
Siffatto metodo di coltivazione per tagli verticali non ha prodotto, fino ad oggi, inconvenienti di sorta, anzi è proprio in seguito alla sua applicazione che la miniera, verso la fine dell'anno, ha potuto riprendere un andamento abbastanza regolare.

Fra gli infortuni successi nelle miniere, i più dolorosi per il numero di operai colpiti sono due: uno successo nella miniera di Ribolla e l'altro in una ricerca di bauxite nell'Istria.
(Vedi “Disgrazie prima del '54”)


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